CAMMINANTE Vinicio Capossela

Ahi, t′ ho visto sporta alla ventana

Seguir lontano il volo del gabbiano

Hai masticato muta un benvenuto

E t’ ho incontrata strana

Non cerco più la festa del tuo sguardo

Né tantomeno il volto che mi è amico

Ti guardo, ti saluto e mi ridico

Che è fatica averti

I capelli neri e unti come il corvo

Le labbra strette al nodo dell′orgoglio

Odiami per non cadere pronto

Nell’amore che non voglio

Così m’incontro solo, solo e perduto

Come quando gli uccelli se ne migrano

Lasciando il loro nido

Come quando gli uccelli se ne migrano

Lasciando il loro nido

Però resto contento

Per quello che è passato

Mi porto appesa al cuore una promessa

E qualche bacio rubato

E voglio restar quieto

E sognar disperso

Sognar che stiamo noi due soli

E nel mare aperto

Sognar che stiamo noi due soli

E nel mare aperto

Toglietemi passioni, amici,

Il riso del saluto,

Ma non si può perdere quello che

Mai in fondo si è tenuto

Non si può perder niente se

Niente si è mai avuto

Le seppie han le ossa bianche e l′ippogrifo

Ha il becco scuro e forte è il suo nitrito

Distante come il cielo in Patagonia

M′avvio abbracciando i sogni che ho patito

Distante come il cielo in Patagonia

M’allungo ai sogni che ho patito

Come quando gli uccelli se ne migrano

Lasciando il loro nido

Lasciando il loro nido

Come quando gli uccelli se ne migrano

Lasciando il loro nido

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